Salute Benessere Psicologico

Salute Benessere Psicologico è un progetto condiviso di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione psicologica del disagio della persona, della coppia e del nucleo famigliare.

L’impegno di Salute Benessere Psicologico è quello di offrire, grazie alla collaborazione multidisciplinare di professionisti in ambito sanitario, medico e psicologico, una risposta efficace ai probelmi di salute della persona, attraverso la programmazione e l’erogazione di interventi a favore della qualità di vita in ambito psico-fisico.

L’attenzione per la Salute Psicologica nasce in risposta alle evidenze cliniche che mostrano la frequenza con cui il disagio e la sofferenza psichica scaturiti da stress e problemi trascurati tendono a cronicizzare e a degenerare in quadri patologici complessi. La tendenza di molte persone è a tutt’oggi, quella di arrivare all’attenzione di uno Psicologo dopo molto tempo che vive uno stato di sofferenza e quando sente che la propria resistenza è giunta al limite, rendendo lo svolgimento delle attività della vita quotidiana un’impresa sempre più ardua. Eppure i segnali che qualcosa non va ci sono, e l’obiettivo è quello di promuovere il benessere e migliorare la qualità della vita della persona sensibilizzando all’ascolto di questi segnali, e motivando le persone a prendersi cura di sé stesse, anche in virtù del fatto che un intervento tempestivo è sempre più breve e più efficace.

I segnali di allarme cui erroneamnete diamo scarsa rilevanza e che invece dobbiamo imparare ad ascoltare sono, disturbi somatici di varia natura come gastriti, coliti, mal di schiena dovuta a rigidità e tensione, problemi cardiologici, ipertensione etc.; disturbi psicologici come abbassamento dell’umore, con sintomi depressivi, tristezza frequente e tendenza al pianto, affaticabilità, difficoltà di concentrazione e diminuzione della memoria, apatia, nervosismo, irritabilità; stati ansiosi con tendenza a preoccuparsi troppo, tensione costante accompagnata da reazioni fisiche come tachicardia e sudorazione, paure immotivate che condizionano la propria vita e reazioni comportamentali come l’evitamento di situazioni che generano troppo stress e ansia; scarsa auto-stima, difficoltà a prendere decisioni, insicurezza, difficoltà di adattamento in ambito lavorativo, sociale e affettivo, problemi di relazione; disturbi del sonno, come insonnia, difficoltà di addormentamento, risvegli frequenti nella notte o risvegli precoci al mattino, e scarsa qualità del sonno con conseguente stanchezza e spossatezza nell’affrontare la giornata; problemi sessuali, come mancanza di desiderio, difficoltà di eccitazione a livello fisico, difficoltà a raggiungere l’orgasmo, ansia da prestazione; disturbi alimentari, come difficoltà a gestire in modo adeguato l’alimentazione ed il peso corporeo, con eccessi alimentari che portano a sovrappeso, o restrizioni e disordini nelle abitudini alimentari, con insoddisfazione sul proprio aspetto fisico e problemi di salute.

Disturbi del Sonno

La quantità e la qualità del sonno sono individuali e soggettive e sebbene vi siano delle indicazioni di massima cui è consigliato attenersi per conservare il proprio benessere, le esigenze di sonno variano da persona a persona.

Possiamo parlare di disturbo del sonno quando il benessere della persona è compromesso con ricadute sulla sua capacità di svolgere le normali attività della giornata, a causa di stanchezza, scarsa attenzione, difficoltà di concentrazione, irritabilità e abbassamento dell'umore.

Quando questo avviene significa che il numero delle ore di sonno è insufficiente o che la qualità del sonno non è soddisfacente.

Fattori come ansia e stress, preoccupazione relativa a qualche ambito problematico della propria vita possono essere la causa che spiega a livello psicologico il disturbo.

I disturbi del sonno possono manifestarsi attraverso: insonnia, con difficoltà di addormentamento e/o risvegli precoci al mattino, oppure brevi risvegli nel corso della notte; ipersonnia, con una sonnolenza eccessiva per la quale le lunghe ore di sonno o i sonnellini diurni intenzionali o meno non sono sufficienti a recuperare un senso di benessere e la percezione di essere riposati; narcolessia, con episodi di sonno involontario e irrefrenabile della durata circa di dieci minuti (con un massimo di un'ora) dai quali la persona si risveglia con la sensazione iniziale e breve di essere riposato.

I disturbi del sonno, sono importanti perché segnalano spesso uno stato depressivo o di ansia generalizzato ed anche perché frequentemente ne comportano un peggioramento, influendo negativamente sulla qualità di vita della persona.

L'assenza di sonno o la scarsa qualità di esso, compromettono il funzionamento di importanti processi nell'organismo, come i processi di crescita e diversi fattori cognitivi quali, la fissazione in memoria degli avvenimenti e delle nozioni elaborati durante il giorno.

Mediamente per avere una buona qualità del sonno è opportuno:

  • andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora, cercando di garantire sette ore di sonno.

  • consumare alimenti leggeri ed evitare alcool, caffè, tabacco prima di coricarsi

  • evitare attività stimolanti prima di coricarsi

  • se non si riesce a dormire è preferibile alzarsi, svolgere un'attività rilassante come sfogliare una rivista in un altra stanza

  • dormire in una stanza silenziosa e buia

  • mantenere un'attività fisica regolare e moderata

Disturbi Sessuali

La difficoltà di riconoscere un disturbo sessuale e di rivolgersi ad uno psicologo per affrontarlo scaturisce da una credenza di fondo errata che vede la dimensione della sessualità circoscritta alla “sola” esperienza sessuale. Si esclude e si ignora pertanto, la profonda valenza affettiva e relazionale che sussiste nella sessualità, che ancor prima che strumento di piacere e appagamento fisico, è luogo di incontro, dove conoscere ed accettare l'altro e con il quale effettuare uno “scambio” dal quale trarre un' esperienza di arricchimento affettivo e emozionale. Sia al maschile quanto al femminile i problemi sessuali interessano la fase del desiderio, dell'eccitazione, dell'orgasmo e la fase della risoluzione. Escludendo cause di tipo medico, i disturbi sessuali di natura psicologica sono provocati da diversi fattori:

  • la scarsa conoscenza del proprio corpo e del corpo del partner, delle esigenze e dei tempi propri e del proprio compagno/a.

  • focalizzarsi su credenze e miti sbagliati intorno alla sessualità che spesso propongono elevati e irrealistici standard prestazionali.

  • Ansia da prestazione

  • paura del rifiuto

  • tensioni psicologiche verso il partner che causano l'evitamento dei rapporti

  • credenze negative circa la sessualità, su base religiosa ad esempio, che accompagnano la sessualità ad un vissuto di colpa e conseguentemente all'evitamento della sessualità.

  • Problemi psicologici come aspetti depressivi o ansiosi, che influiscono sulla risposta psicofisica sessuale determinando un calo della libido che talvolta arriva a configurarsi come vera anoressia sessuale.

Affrontare un problema sessuale, come il deficit erettivo, la dispareunia maschile e femminile (dolore post rapporti), l'anorgasmia, significa prendere in carico molteplici fattori della personalità e della storia di vita di una persona, e lavorare insieme per cogliere la relazione tra questi e il disturbo sessuale, il quale si configura dopotutto, solamente come un sintomo, come il segnale di un malessere più profondo e inascoltato.

Un fattore di rischio per lo sviluppo di un disturbo del comportamento alimentare è la presenza di un’educazione alimentare inadeguata, spesso appresa nel contesto famigliare.

Essere consapevoli di quali sono i cibi ed i nutrienti necessari per la nostra salute, ci facilita il compito di scegliere gli alimenti da assumere e come associarli tra loro. Essere educati alle quantità moderate di cibo, ed alle regole dei pasti principali, ci aiuta ad evitare di mangiare in eccesso, in modo disordinato e non sano.

L’aiuto di un professionista nutrizionista è importante per raggiungere l’obiettivo di far assumere ad una persona che ha un’educazione alimentare inadeguata delle conoscenze che le permettano di optare per scelte alimentari più sane. (esempio: quando mangio la carne evito di associare il formaggio, oppure fare tre pasti principali e due spuntini nel corso della giornata, oppure quanti grammi di pasta è preferibile mangiare, etc.).

Vista in questi termini, non è poi così difficile recuperare del peso o perderlo, anche a fronte di una scarsa conoscenza dei nutrienti e di un’educazione alimentare. E’ sufficiente farsi seguire da un nutrizionista. Purtroppo spesso le cose non sono così facili e lo possono confermare tutte le persone che hanno problemi alimentari e di peso, che nel tempo, pur dopo risultati iniziali, si ritrovano ad inciampare nell’ago della bilancia e nelle condotte alimentari errate.

Il termine “Educazione Psico-Alimentare” con l’aggiunta del termine “Psico” è una correzione non casuale e motivata da un’esigenza concreta di lavoro. Infatti, la maggior parte delle persone che ha problemi di peso, e disturbi alimentari, possiede una buona conoscenza di quelle che sono le “regole” alimentari, ovvero cosa è opportuno mangiare, quanto, etc. Io stessa dico spesso con ironia che ho imparato molto dai miei pazienti in termini di calorie e abbinamenti alimentari! Il focus del problema risiede nel fatto che spesso,

le persone sanno cosa fare ma non riescono a farlo perché non sono educate a percepire il loro corpo e le sensazioni che esso gli trasmette. Hanno una discreta educazione alimentare ma non sono educati a individuare e riconoscere le loro sensazioni ed emozioni.

L’educazione psico-alimentare è un aspetto importante nel percorso di presa in cura di una persona che ha un problema alimentare, in quanto ha il compito di riconnetterla con sé stessa e con la propria corporeità.

Questo fattore imprescindibile nella risoluzione di un problema alimentare è correlato alle percezioni, alle emozioni, alla consapevolezza di sé, al comportamento.

E questo è oggetto di studio e di intervento della psicologia.

Si esprime necessariamente nell’aggiunta della parola “psico” all’intervento di educazione alimentare.

E ne dimostra con dati concreti l’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi e nel mantenimento dei risultati nel tempo.